Re Carlo parla dell’esperienza col cancro: ‘Ha messo in risalto il meglio dell’umanità’

Re Carlo ha fatto un lungo e toccante discorso in cui ha parlato della sua esperienza con il cancro, per il quale è ancora in cura, durante un evento con le organizzazioni di beneficenza.

Re Carlo ha visto “il meglio dell’umanità” da quando gli è stato diagnosticato il cancro.

Il monarca 76enne è ancora sotto trattamento per una forma non meglio specificata della malattia ormai dall’inizio del 2024. Adesso ha riflettuto su come sia diventato parte delle “statistiche” attraverso un toccante messaggio pronunciato ad un evento a Buckingham Palace dedicato alle associazioni benefiche contro il cancro, mercoledì sera.

Ha detto: “Ogni diagnosi, ogni nuovo caso, rappresenta un’esperienza scoraggiante e a tratti spaventosa per chi la vive e per i suoi cari. Ma, essendo io stesso una di quelle statistiche, posso testimoniare che può anche essere un’esperienza che mette in risalto il meglio dell’umanità”.

“Sicuramente mi ha fatto apprezzare ancora più profondamente il lavoro incredibile svolto dalle straordinarie organizzazioni e dalle persone riunite qui questa sera, molte delle quali conosco, ho visitato e sostenuto nel corso degli anni”, ha aggiunto.

“E ha rafforzato ciò che ho sempre osservato durante queste visite: che i momenti più bui della malattia possono essere illuminati dalla più grande compassione”, ha continuato.

“In quanto promotori di molte di queste organizzazioni, la Regina ed io abbiamo visto in prima persona come voi non solo finanziate ricerche fondamentali e offrite cure mediche eccezionali, ma create anche spazi in cui i pazienti e le loro famiglie trovano rifugio, comprensione e aiuto concreto nel momento del bisogno”, ha proseguito.

“Ci colpisce sempre l’impatto profondo del legame umano – che sia nella spiegazione attenta di un’infermiera specializzata, nella mano stretta da un volontario in un hospice, o nell’esperienza condivisa all’interno di un gruppo di supporto”, ha sottolineato.

“Questi momenti di affinità creano ciò che potrei definire una ‘comunità della cura’, capace di sostenere i pazienti nei momenti più difficili”, ha spiegato.

E ancora: “Perciò, a tutti i ricercatori che inseguono scoperte rivoluzionarie; ai professionisti della sanità che forniscono trattamenti specialistici; ai volontari che offrono conforto o si impegnano per sensibilizzare l’opinione pubblica; e ai sostenitori che rendono possibile tutto questo lavoro fondamentale – va la più profonda ammirazione e gratitudine della mia famiglia”.

“Il vostro impegno per una diagnosi precoce, terapie sempre più efficaci e un’assistenza veramente olistica rappresenta il meglio che il nostro Paese può offrire”, ha affermato.

“Questo sforzo collettivo ci ricorda cosa possiamo realizzare quando siamo uniti da uno scopo comune e da una determinazione fuori dall’ordinario. Anche se ogni percorso di malattia è diverso, insieme state dimostrando che una diagnosi di cancro non deve mai significare affrontare il futuro senza speranza o senza sostegno”, ha dichiarato.

Il Re ha concluso il suo lungo messaggio ricordando la compianta Deborah James – scomparsa nel 2022 all’età di 40 anni dopo una battaglia contro un tumore al colon – e il suo motto “speranza ribelle”, esortando chi lo ascoltava a “godersi la vita” senza rimpianti.

Ha detto: “E a coloro che oggi, domani o in qualsiasi momento futuro potrebbero ricevere notizie così sconvolgenti, posso solo fare eco alle parole finali della compianta Deborah James, i cui genitori sono con noi questa sera e il cui esempio è fonte di ispirazione per tutti noi, nella salute e nella malattia: ‘Trovate una vita degna di essere vissuta; rischiate; amate profondamente; non abbiate rimpianti; e, sempre, sempre abbiate una speranza ribelle’”.

“Vi sono immensamente grato per tutto ciò che fate”, ha concluso.

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