Bruce Willis e la moglie Emma Heming Willis si sono sentiti senza “speranza, direzione e supporto” dopo la diagnosi di FTD

Bruce Willis e sua moglie Emma Heming Willis sono rimasti senza “speranza, direzione e supporto” quando all’attore è stata diagnosticata la demenza frontotemporale nel 2022.

Bruce Willis e sua moglie si sono sentiti senza “speranza, direzione e supporto” quando all’attore è stata diagnosticata la demenza frontotemporale (FTD).

L’attore 70enne ha ricevuto la diagnosi di questa condizione degenerativa nel 2022, e sua moglie Emma Heming Willis ha espresso la sua frustrazione per le pochissime informazioni ricevute dai medici subito dopo la visita.

Ha raccontato a Yahoo!: “Il giorno in cui abbiamo ricevuto la diagnosi, siamo usciti da quell’appuntamento senza nulla – nessuna speranza, nessuna direzione, nessun supporto. Non mi è stata data alcuna informazione oltre alle basi della FTD.”

Ha detto: “Ripensandoci, credo sia folle. È stata un’esperienza traumatica, come se tutta la tua vita ti venisse strappata via in un istante.”

Ha continuato: “Dopo quell’appuntamento, ho iniziato a fare ricerche online per capire davvero: cos’è questa diagnosi? Come influisce su mio marito? Come influisce sulla nostra famiglia? Con la FTD, i primi anni sono molto difficili perché cerchi di capire tutto in tempo reale e impari le cose man mano. È una malattia progressiva.”

“Quindi, all’inizio, la persona può ancora gestire alcune cose, ma lentamente i bisogni iniziano a cambiare e le cose che riusciva a fare non riesce più a farle. Devi aumentare il supporto”, ha aggiunto.

La modella 47enne – che ha due figlie, Mabel (13 anni) ed Evelyn (11 anni) con Bruce – ora sta lavorando per sviluppare una risorsa “molto semplice” per le famiglie che affrontano diagnosi di demenza e prova “gioia” nel sapere che altre persone nella sua situazione si sentiranno più supportate grazie a questo.

Ha detto: “Ho parlato con il dottor Bruce Miller, neurologo e direttore dell’UCSF Dementia Center (che non era il nostro medico), di ciò che era successo al nostro appuntamento per la diagnosi e di come mi sarebbe piaciuto che lo studio di un medico avesse almeno un foglio con un paio di risorse – qualcosa di molto semplice.”

Ha aggiunto: “Lui ha detto che gli sarebbe piaciuto farlo con me. Quindi stiamo mettendo insieme queste risorse, e poi porterò questo modello ad altre istituzioni.”

Ha poi dichiarato: “Questo mi dà gioia, sapere che altri caregiver usciranno da quell’ufficio, e anche se sarà comunque una visita traumatica, sapranno che esiste un supporto.”